"Dormivo e sognavo che la vita era gioia; mi svegliai e vidi che la vita era servizio. Volli servire e vidi che servire era gioia"
mercoledì 28 dicembre 2011
POLITICI "SERVITORI", NON PADRONI
Quella del governo è un arte che richiede una sicura competenza e grandi doti intellettuali, perchè si tratta di comprendere la natura del bene comune e di tradurla in legge adeguate ed atti politici opportuni.
Come è possibile, che mentre arti meno difficili, come la medicina e l'architettura, sono praticate da pochi esperti, la suprema arte del governo sia alla portata delle masse che partecipano direttamente o con il voto al governo democratico? Esse saranno in balia sia dei propri immediati interessi sia di quelli che credono tali ad opera della manipolazione emotiva che subiscono da parte di retori e demagoghi. La democrazia è dunque un governo di incompetenti, di masse intellettualmente minorenni che avrebbero bisogno di una buona guida e non del potere in prima persona.
Ma neppure l'oligarchia è una buona forma di governo: essa rappresenta il potere dei ricchi che viene esercitato in vista del loro privato interesse, imposto alla comunità con la forza o con l'inganno.
Un buon governo deve essere dunque esercitato da un piccolo gruppo di veri competenti, intellettualmente capaci di universalizzazione, cioè della comprensione del bene comune, e perfettamente disinteressati sul piano privato, quindi moralmente qualificati ad un potere di guida e di servizio, non di oppressione e sfruttamento.
Ma da dove reperire questo gruppo di specialisti del buon governo?
Non nell'ambito delle figure che storicamente dirigono la polis e vi detengono la supremazia culturale.
Coloro che hanno esercitato finora la politica hanno mancato, tanto di COMPETENZA, quanto di DISINTERESSE: hanno fallito nella funzione essenziale di un buon politico, ossia la RIEDUCAZIONE MORALE DI UN BUON CITTADINO per garantire l'ordinata unità del corpo sociale.
Più di educatori , si è trattato di adulatori del popolo, che ne incoraggiano le tendenze emotivamente peggiori, quei desideri e quelle paure che espongono la polis alla degenerazione morale e all'incubo politico della tirannide.
Dove reperire allora le guide e i guardiani della città giusta?
A chi affidare il compito di governare la città, di educarla a perseguire nell'unità il bene comune, di farne il teatro dove ognuno può migliorare se stesso e insieme con gli altri costruire una vita buona per tutti?
- I mali politici non cesseranno mai finchè i FILOSOFI non si impadroniranno del potere o finchè coloro che lo detengono non diverranno filosofi, ossia individui che detengono quell'insieme di conoscenze razionali che rendono sia legittimo sia efficace l'esercizio del potere.
I FILOSOFI AL POTERE, DUNQUE. E SOPRATTUTTO LE DONNE FILOSOFE.
Finche i governanti disporranno di patrimoni e di affetti familiari privati, finchè potranno cioè dire "questo è mio" di beni, di mogli, di figli non sarà possibile che il loro potere sia davvero disinteressato e rivolto al bene comune.
Sempre di nuovo essi saranno esposti alla tentazione e al sospetto di usare il potere per fini privati, cioè per aumentare le loro ricchezze e per avvantaggiare la loro famiglia.
E' dunque necessario estirpare la dimensione privata dalla vita della polis, o almeno di quella parte della polis che è destinata a guidarla e a custodirla. A questa parte non sarà consentito possedere beni privati nè una famiglia, per il necessario disinteresse del gruppo al potere e la sua completa dedizione al bene comune.
Al suo sostentamento provvederà la comunità compensando i governanti con un salario per il servizio pubblico che essi rendono.
Per concludere, non può esistere una comunità giusta se non è composta di uomini giusti, ed è anche vero che non possono esistere uomini giusti se non vengono formati da una comunità giusta.
Può trattarsi di un circolo vizioso, a meno che una minoranza di giusti , formatasi in modo autonomo - quella dei filosofi - SERVITORI E NON PADRONI, riesca a prendere il potere e con esso a fare della polis una comunità educativa al servizio di tutti gli altri uomini, che, alla fine di questo processo, potranno anche rendersi autonomi dall'autorità del maestro e del padre.
Testo tratto da "La Repubblica di Platone"
lunedì 19 dicembre 2011
NON ODIARE PER VINCERE
Come sconfiggere un nemico che si nutre di odio? Con l'amore. Non combattendolo, ma sottraendogli i soldati; divulgando cioè il risveglio delle coscienze e facendo così in modo che nessuno sia più disposto a farsi abbagliare dalle sue promesse. Il vecchio modo di intendere la vita appassirà con un moto naturale derivante dal non riuscire più a trovare terreno fertile nelle coscienze ormai liberate dei nuovi uomini.
Le informazioni riguardo il loro operato vanno diffuse; essi vanno portati allo scoperto, mostrati all'opinione pubblica, ma non odiati, bensì trascesi, resi impotenti dall'avanzare di una nuova visione dell'esistenza all'interno della comunità umana, resi innocui perché superati dalla nuova presa di consapevolezza. Allora moriranno d'inedia, perché non saranno più alimentati in alcun modo da un'umanità consapevole ormai incapace di provare in famiglia, sul lavoro, in auto o davanti alla tv le basse emozioni che costituiscono il loro cibo.
Il disegno diabolico di sottomissione della Terra è come l'Idra dalle nove teste che compare in una delle fatiche di Ercole. L'eroe riesce a sconfiggere il mostro solo quando smette di voler tagliare le sue teste - ne nascevano due ogni volta che ne veniva tagliata una - ma si inginocchia di fronte a lui, lo solleva e lo espone alla luce del Sole.
Ogni genere di interferenza culturale che risvegli le coscienze dal piattume - e dal pattume - quotidiano può essere compiuta. Non ci sono limiti a ciò che si può fare per aiutare il risveglio degli uomini, purchè ogni intervento non sia mai accompagnato da odio e risentimento nei confronti di un presunto nemico; il che trasformerebbe un'azione a favore del Bene in un'azione contro. Rammento che la saggezza popolare ha sempre saputo che "non si sconfigge il diavolo divenendo noi stessi diavoli": nel momento in cui li si odia si entra a far parte delle loro schiere, divenendo inutilizzabili per il servizio all'umanità.
Non ha d'altronde alcun senso logico voler odiare entità che sono solo manifestazioni energetiche agenti secondo una natura duale. Quale colpa avrebbero commesso se non quella di esistere e di voler svolgere il loro compito - la divisione - secondo la loro natura? Sarebbe come accusare la forza di gravità di essere di ostacolo all'uomo. Lo è, ma la colpa è della struttura dell'uomo, non della forza. Per gli uccelli la forza di gravità non è un problema, bensì un mezzo per godere della Bellezza del volo.
Gli esseri diabolici ci sono utili, ci sono indispensabili, perché attraverso la separazione illusoria ci costringono a divenire ogni giorno più consapevoli di noi stessi. L'adorazione del diavolo in quanto portatore di luce (=lucis -ferum) che avveniva all'interno di antiche confraternite, ha origine da questa esatta considerazione. Adorare Lucifero significava adorare il portatore della coscienza. Ciò naturalmente non giustifica le deviazioni sataniche operate al fine di soddisfare desideri personali!
Sia chiaro che se l'uomo è schiavo delle forze duali lo deve al suo addormentamento, non a una loro presunta "cattiveria". Noi creiamo la nostra realtà: questa è una legge che vale SEMPRE.
Non è odiando le forze del Male che si salva il mondo... ma nemmeno restando nella passività. Ogni uomo ha un suo specifico lavoro da svolgere. Invece il lavoro che, più in generale, ognuno di noi deve svolgere, consiste nel cominciare a risvegliarsi alla sua anima con il fine di diventare più utile al risveglio del pianeta. È un lavoro "per", non "contro". Il vero Guerriero, il Portatore della Fiamma, sia esso uomo o donna, non si occupa del male, non spreca le sue energie, egli è un artista che si focalizza su opere e interventi che facciano crescere a dismisura il Bene nel mondo.
D'altronde combattendo il cosiddetto "male", combattendo contro i governatori occulti del pianeta, combattendo contro i rettiliani, stiamo sempre combattendo contro noi stessi. Chi sono i rettiliani, se non una parte di noi? La più primitiva, la più animalesca. La parte più antica del nostro cervello è proprio il cervello rettile. Noi tutti abbiamo un rettile dentro di noi con il quale dobbiamo fare i conti quotidianamente. Se non li avessimo già dentro... "essi" non si sarebbero materializzati fuori.
Assieme al midollo allungato, il cervelletto è la parte più antica del cervello. È una parte del cervello chiamata cervello rettile. È la sede degli istinti primordiali, è tarato per sopravvivere fuggendo o aggredendo, non certo per provare compassione o porgere l'altra guancia. La competitività, la territorialità, il corteggiamento originano qui.
Il secondo "strato" del cervello, detto anche "sistema limbico", nella scala evolutiva corrisponde al cervello dei mammiferi, specie dei primi mammiferi, ed è coinvolto nella vita delle emozioni. Deputato all'elaborazione e all'espressione delle emozioni, compare, da un punto di vista filogenetico, nei mammiferi, mentre nei rettili non è presente.
Il terzo "strato", la corteccia cerebrale, è quello più esterno e anche il più recente, è esclusivo dei primati ed è sede di tutte le funzioni cognitive e razionali. In particolare i lobi pre-frontali rappresentano la zona più evoluta dell'essere umano, che influenza il suo carattere, giocando un ruolo chiave nella gestione degli istinti. E' l'ultima parte del cervello a maturare alla fine dell'adolescenza, è la zona preposta all'autocontrollo, dove si distingue fra chi agisce sotto l'impulso emotivo e chi riesce a fermarsi e ragionare.
Aggiungiamo inoltre qualcosa a cui la scienza arriverà - forse - in futuro: l'attivazione del corpo pituitario (ipofisi) consente l'identificazione con l'anima, mentre l'attivazione della ghiandola pineale consente la fusione della coscienza individuale in quella dell'Uno.
Per concludere, noi tutti siamo rettili, mammiferi, primati e uomini al contempo. Dentro di noi si esprimono in misura più o meno grande, a seconda del nostro grado evolutivo, queste differenti nature. Sta a noi, attraverso il lavoro di risveglio della coscienza, tenere a bada il rettile e far emergere l'uomo.
Chi odia i rettiliani e li vuol combattere dovrebbe applicare su di sé la Legge dello Specchio e chiedersi se non sta forse combattendo contro i suoi stessi istinti di prevaricazione e distruzione. D'altronde è sufficiente osservare con quanta animosità i sostenitori della teoria del 'complotto rettiliano' si scagliano contro questi esseri e i personaggi politici che li sostengono, e con quanta animosità si scagliano anche contro chiunque non sia d'accordo con la loro visione del mondo... per verificare la Legge dello Specchio: stanno combattendo contro loro stessi. Quando avranno finalmente accettato con amore e quindi trasceso questi aspetti di loro stessi, allora non odieranno più né i rettiliani né il Nuovo Ordine Mondiale e saranno in grado di trascendere tutto questo.
TRASCENDERE è la parola chiave, non combattere. Quando VEDO e SENTO che loro sono le parti nascoste di me, ossia le parti 'grige' e 'rettili' che albergano in me, allora comprendo che li sto creando e sostendendo io. Le cose non accadono a me, ma DENTRO di me. Il mondo è nella mia coscienza. Fino a quando giudicherò e lotterò contro un nemico esterno sarò sempre sconfitto... per definizione. Perché considerare il mondo come esterno è già una sconfitta, la prima e l'ultima. Solo uno schiavo lotta per liberarsi. Un Re sa di essere Re e non lotta mai, si limita a regnare sul suo Regno. Questa è la psicologia di fondo che anima chi governa il mondo: loro si sentono padroni. Mentre la stupida psicologia che anima i ribelli è la classica psicologia dello schiavo che cerca la libertà. Ma la ribellione dello schiavo rafforza il padrone, lo legittima, lo fortifica nel suo ruolo. Per questo motivo un certo grado di ribellione è sempre tollerato, in tutte le dittature. Si tratta di un gioco psicologico estremamente sottile.
Puoi essere uno schiavo che si ribella eternamente al suo padrone, oppure puoi essere un padrone tu stesso, un Re, e combattere ad armi pari contro altri Re. La libertà la si ottiene solo quando si capovolge la propria psicologia.
NON DOBBIAMO AVERE PAURA DI LORO, SONO LORO CHE HANNO PAURA DI NOI. Il loro volere controllarci deriva esclusivamente dal terrore che gli esseri umani si sveglino, che riacquistino la propria regalità. Abbiamo un'anima che loro non hanno, abbiamo un potenziale interiore infinito, possiamo identificarci con l'Uno e cominciare a dominare il nostro mondo... e per questo ci temono. Il loro potere sembra maggiore del nostro solo perché loro credono profondamente in se stessi e noi ancora no. Ma possiamo farlo anche adesso, noi possiamo aprire il Cuore, identificarci con l'Uno e diventare inarrivabili per la loro prigione psichica. Loro sono in realtà prigionieri della stessa prigione di cui sono i guardiani... come il signor Smith confessa a Morpheus nella scena dell'interrogatorio, nel film Matrix.
Testo tratto da http://officinaalkemica.altervista.org/trappola_planetaria/non_odiare
di Salvatore Brizzi
giovedì 29 settembre 2011
EQUINOZIO D'AUTUNNO
La morte annuale della natura e il risveglio delle forze interiori di volontà si bilanciano nell’equinozio d’autunno. Esso segna un’inversione di polarità nella manifestazione delle forze divine, che nei mesi precedenti si erano espresse principalmente nelle forme della natura, nella luce trionfante del giorno e che ora incominciano a pervadere la libera volontà dell’uomo. Quando la luce del mondo declina, l’uomo inizia a percepire sé stesso come portatore di una luce invisibile, non soggetta a tramonto. In tal senso il “dramma spirituale” dell’equinozio ricapitola e sintetizza la vicenda della storia sulla Terra: fine dell’età dell’oro, oscuramento del divino nella natura, sorgere dell’autocoscienza, senso individuale di solitudine cosmica e di responsabilità.
Quel sentimento di malinconia, suggerito dalle foglie che ingialliscono e cadono, deve essere energicamente bandito. La nostalgia del passato, il lamento “tradizionalista” non si addicono all’uomo nobile (all’“arya”): egli sa che nel cosmo ciò che declina e muore è bilanciato secondo giustizia da ciò che sorge e si afferma. Nell’equinozio di autunno si celebra l’affermazione della volontà, la capacità “faustiana” di porsi obiettivi e di perseguirli.
L’elemento alchemico dell’autunno è il Ferro: al ferro materiale che ha forgiato la nostra civiltà tecno-industriale deve corrispondere il ferro spirituale della volontà, concretamente – e razionalmente – esercitata.
Gli Dei benedicono l’azione concreta, la volontà che si afferma in progetti ben definiti o che si volge alla formazione di sé (alla Bildung).
* * *
In autunno, gli spiriti di natura fanno ritorno alla Terra. Riaspirati alle radici del terreno si sottopongono alle forze della gravità. La festa d’estate svanisce, ma nell’animo dell’uomo libero non vi è spazio per la malinconia.
Quando la natura si spegne bisogna volgersi alla coscienza di sé. La festa dell’equinozio che apre l’autunno è la festa dell’autocoscienza forte e libera, è la festa dell’iniziativa piena di energia, della liberazione da ogni timore e da ogni condizionamento dell’animo. Quando la natura esteriore si spegne e la vegetazione appassisce, cresce in compenso tutto ciò che si lega all’iniziativa interiore. Forze di volontà si liberano, l’Anima del Mondo esorta l’individuo a diventare più coraggioso.
Nel giorno dell’equinozio si celebra la festa del forte volere.
Al culmine dell’estate erano divenuti visibili i grandi stormi meteoritici che contengono il ferro cosmico. Quel ferro piovuto dal cielo in direzione della terra contiene l’arma degli Dei contro il drago-Ahrimane che vuole rubare agli uomini la luce animica, avvincendoli tra le sue spire. Allora il sangue umano si pervade di ferro: milioni di sfavillanti meteore turbinano nel sangue donando all’organismo l’energia per combattere ogni paura, ogni terrore, ogni forma degradante di odio. Come il volto dell’uomo quando corre diventa rosso vermiglio, così il corpo sottile dell’uomo irradiato di ferro cosmico comincia a emanare energia.
Nelle antiche mitologie ricorrono figure di divinità solari, giovani divinità dorate che abbattono un drago o un serpente che sale dalle viscere della terra. Quando le giornate di autunno si rabbuiano e si rinfrescano, quando cadono le foglie e le prime piogge, evoca nella fantasia queste figure divine mentre abbattono il drago: esse sono il simbolo della autocoscienza vittoriosa, che si sveglia dal sonno dell’estate, pronta a realizzare con decisione i propri obiettivi.
Si immagini il drago, il cui corpo è formato dalle correnti sulfuree che salgono dalla terra accaldata d’estate: queste correnti gialle e azzurrognole formano le squame, le placche, le spire del drago. Ma ecco sul drago librarsi il dio dal volto di sole: egli brandisce la spada, in una atmosfera satura di saettanti stormi meteoritici. In virtù della luce dorata irradiante dal cuore del dio le meteoriti si fondono in una spada di ferro, che penetra nel corpo dell’antico serpente e lo distrugge. Alimenta con l’immaginazione la corrente che scorre dalla testa verso l’organismo, verso il basso: come uno stormo di meteoriti dal cielo stellato piove sulla terra, così una cascata di energia si riversa dal capo al cuore e seguendo le vie del sangue giunge agli organi e agli arti. Ovviamente all’immaginazione deve accompagnarsi l’azione: se qualcosa è in disordine deve essere ordinato, se qualcosa era stato lasciato in sospeso ora deve essere portato a termine, se qualche timore irretisce il nostro animo bisogna mettersi alla prova e con accortezza superare il timore, se ancora qualche fede, qualche credenza domina l’anima è tempo di dissolverla con la forza della razionalità, se qualche malumore aveva offuscato il rapporto con una persona è tempo di chiarire le cose con cordialità e amore. Così, agendo con energia, si onora lo Spirito dell’Autunno, tanto simile all’Arcangelo Solare venerato dagli antichi Persiani.
Tutta la nostra civiltà è costruita col ferro. Da quando i nostri antenati irruppero da Nord sui loro carri di battaglia brandendo asce di ferro, la nostra civiltà ha trasformato il volto della terra battendo il ferro, forgiando l’acciaio. Si pensi agli aerei che sfrecciano in cielo, ai ponti sospesi tra le sponde, alle strade ferrate, alle grandi navi. Grazie all’elemento del ferro si afferma il dominio della tecnica. Ma ciò che sulla terra si manifesta come ferro, nell’interiorità dell’uomo si esprime come volontà. Per questo si dice: “volontà di ferro”.
Nell’aria dell’autunno, quando le piogge spazzano via la sensualità dell’estate, si compie un processo alchemico: Ferro scaccia Zolfo. La corrente di ferro, fredda e metallica, che piove dal cielo smorza la corrente sulfurea che era fuoriuscita dalle viscere della terra nei mesi caldi d’estate. Respirando la fresca aria dell’autunno l’uomo prende parte a questo processo. Bisogna percepire questa corrente alchemica e alimentarla con la volontà. La divinità solare dallo sguardo metallico, col suo gesto indicante accompagna l’uomo nel cambio di stagione.
giovedì 19 maggio 2011
lunedì 21 marzo 2011
SIGNIFICATO ESOTERICO DELL'EQUINOZIO DI PRIMAVERA
E’ il momento in cui la Natura tutta reca un messaggio di rinnovamento e di risveglio, dopo le lunghe notti invernali. Rappresenta quindi, una sorta di capodanno. Ricordiamo anche che nella Roma antica, l’anno aveva inizio proprio nel mese di marzo, dedicato a Marte, padre dei gemelli fondatori della città.
L’Equinozio di primavera celebra il ritorno della primavera e della vita, l’ascesa della Dea dagli Inferi.
E’ una festa che celebra la fertilità della terra ed ha un particolare valore soprattutto nel paganesimo dell’area mediterranea dove già all’equinozio il ritorno della bella stagione e il rinnovarsi della natura è evidente. .
L’Equinozio di Primavera segna proprio il momento dell’unione in un simbolismo cosmico, legato al risveglio della Natura; a ciò si ricollega il tema del matrimonio fra una divinità maschile, appartenente alla sfera solare, ed una femminile, legata alla Terra o alla luna. Il Dio Sole si accoppia, infatti, con la Giovane Dea Terra.
In questo giorno venivano accesi dei fuochi rituali sulle colline e, secondo la tradizione, più a lungo rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra. In questo girono venivano, solitamente irrigati i campi, mentre i Druidi, sfruttando la corrispondenza perfetta tra ore solari e ore notturne, celebravano i loro Riti.
l’Equinozio di Primavera è il momento della rinascita, dei nuovi progetti, è il momento in cui è possibile realizzare quei sogni che sono nati nel periodo freddo. E’ il momento adatto per aprirsi ai sentimenti e viverli nella loro totalità.
Rinascere con la Natura e fondersi con la Madre Terra, celebrarla e gioire della Vita che sboccia e si manifesta in tutte le sue forme. Ora il giorno e la notte sono perfettamente in equilibrio ed uguali in lunghezza, e la forza del sole sta crescendo. Nella ruota dell’anno, segue il solstizio d’estate ( 21 giugno), allorchè il sole raggiungerà il suo zenith per poi tornare ad accorciarsi
La Grande Ruota gira senza sosta...... Tuttavia, questo è un giorno molto importante, un giorno in cui dovremmo essere allegri, dato che celebra il calore e la forza guaritrice del sole, il rinverdimento della terra e la nascita di nuova vita in primavera. Come per il raccolto del 21 settembre, questo è il festival dell’ equilibrio – in cui ci riuniamo per celebrare l’equilibrio e l’armonia nell’universo. Come per gli altri festival stagionali antichi, questo giorno è stato in parte assorbito dalla chiesa cristiana ed associato a due giorni santi cristiani. Il primo è la festività dell’annunciazione della Vergine benedetta Maria, che cade il 25 marzo. Il secondo, naturalmente, è la Pasqua. La parola “Pasqua” ha la sua origine nel nome della Dea germanica antica della fertilità e della Primavera, Eostre, Oestara o Ostara,
Il giorno di festa dedicato ad Ostara era lunare piuttosto che solare e tradizionalmente è stato celebrato dagli antichi sulla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera. Al contrario, il giorno santo cristiano di Pasqua è celebrato la prima domenica che segue l’equinozio di Primavera. Per porre una distanza di sicurezza tra il giorno della signora del Giorno e Eostre, la chiesa ha stipulato che se la domenica di Pasqua effettivamente cade in luna piena, (Pasqua) sara’ celebrata la seguente domenica.
l'Equinozio è il giorno in cui la Wicca commemora la discesa della giovane Dea nel mondo sotterraneo e il suo ritorno trionfante alla superficie della terra, portando con sé i doni della luce, del calore e della fertilità per tutta l’umanità, e cio’ fa pensare alle Dee Persephone, Kore, Blodeuwedd, Eostre, Aphrodite, Athena, Cybele, Gaia, Hera, Iside, Ishtar, Minerva e Venere.
E’ inoltre la stagione del giovane dio che fa pensare ad Herne il cacciatore, il pettirosso del bosco, l’uomo verde, Cernunno, il signore della natura, Dagda, Attis, Tammuz, il dio cornuto, Mithras, Odino, Thoth, Osiride.
Il motivo del sacrificio e della rinascita hanno un significato profondo per i cristiani che commemorano la crocifissione, morte e resurrezione di Cristo con la Pasqua. Qualunque sia la nostra credenza, questo è un periodo in cui celebriamo il trionfo della luce sul buio e sulla morte. La signora del Giorno è (o deve essere) un momento di pulizia e di rinnovamento, un momento per aprire le finestre e lasciare che il vento attraversi la nostra casa (anche quella interiore), ripulendola delle influenze prolungate dell’inverno. E’ inoltre il momento per la pulizia ed il rinnovamento della propria psiche e per portare equilibrio nella propria vita.
L’Equinozio di Primavera è l’inizio dello Zodiaco, ciò ci indica che anche nella crescita spirituale dell’Iniziato (con Iniziato si intende sempre genericamente chi segue l’Anno Magico, tanto che sia esso in realtà un neofita o un maestro o altro grado qualsiasi) dovremmo assistere ad un nuovo inizio. Così è infatti.
Questa fase è caratterizzata da una crescente acquisizione di baldanza, di desiderio di sperimentare nuove vie, di rinnovata voglia di vivere, ed è proprio a questo punto, quando si assiste all’esplosione delle forze della Primavera, che lo Zodiaco ci pone il primo impatto con il non-Io, con “l’altro” che non deve più restare l’antagonista dell’Io.
Chi è felice con se stesso per un nuovo progetto che sta per cominciare vive un momento di grande ottimismo e di positività e tende a trasmettere questa positività anche al prossimo, chiunque esso sia: conoscente, amico, cliente o persona incontrata per caso. La liberazione dal dolore inconscio ha ridotto gli schemi di chiusura, di eccessiva difesa, di mancanza di socialità e permette di stringere legami più profondi con gli altri e di essere più disponibili, fino ad avere percezioni extrasensoriali sui fatti che li riguardano.
Nello specifico del Festival dell’Equinozio questo aprirsi agli altri passa, se vogliamo, per la porta più facile, perché è quella dell’amore. Si tratta comunque di una porta facile solo all’apparenza perché la necessità di dover accettare e di farsi accettare da un’altra persona è un passo non piccolo.
In ciò si deve leggere una chiara indicazione che il singolo individuo, la persona, per continuare a crescere deve confrontarsi con gli altri e in, modo concreto, come primo passo deve accettare e ricambiare l’amore di un altro essere umano.
L’Asse Equinoziale è fortemente carico di pianeti sessuali (Marte, e Plutone dal lato dell’Ariete, Venere e Proserpina dal lato della Bilancia) che ci indicano che il primo ridimensionamento del Sole-Egoità nei confronti di Saturno-Altri è comunque molto spronato dagli istinti sessuali ed è solo in parte una rinuncia al proprio egoismo e, in soggetti involuti, rischia di non riuscire ad emergere mai dalla sfera dell’egoismo. Ciò spiega la facilità con cui oggi avvengono le separazioni, proprio perché, da entrambe le parti, nessuno è mai veramente uscito da una visione egoistica ed egocentrica e al primo serio problema non sa vedere la cosa da altri punti vista, se non dal suo.
L’Equinozio viene a rappresentare dunque un punto cardinale nell’evoluzione di una persona, da un lato è la rinuncia necessaria e drammatica dell’Io alla propria unicità, dall’altro è l’inizio di ciò che gli antichi chiamavano “Ingresso dell’Albero” (Arbor Intrat), e che oggi molti chiamano “consapevolezza” o, all’orientale, “non-dualità” (Brahman è tutto, e “tu sei quello”, cioè sei Brahman come ogni altro individuo, non c’è separazione).
Un vero cammino spirituale è sempre fonte di accresciuta felicità e l’individuo che accresce la propria consapevolezza attraverso il Festival di Oestara, oltre alle azioni specifiche riportate nelle pagine centrali, ottiene due grandi benefici personali:
1. La propria intima soddisfazione.
2. La nascita di maggiore veggenza verso se stesso e gli altri.
Si sviluppa cioè la percezione degli eventi che capiteranno a se stessi e agli altri. Nei confronti degli altri si colgono proprio gli eventi mentre per se stessi si colgono più delle suggestioni che inducono a prendere scelte precise e a scansarne altre.
mercoledì 16 marzo 2011
LA DEMOCRAZIA NON ESISTE
martedì 22 febbraio 2011
Il punto di vista del PIN (Partito Italia Nuova)
Tutto ciò che noi chiamiamo Stato (participio passato del verbo ESSERE) si alimenta del nostro PASSATO (ciò che è STATO) non ciò che E’ ADESSO NEL PRESENTE.
Lo Stato come entità a SE’ esiste perché ciascun NOI lo fa Esistere.
Nonostante molti non siano CONTENTI dello Stato, continuano ad ALIMENTARLO.
Cosa è lo STATO? Sembra essere un’entità ASTRATTA, di cui non si conosce l’origine, se non la sua esistenza nel PASSATO, che, per una ragione SCONOSCIUTA, si NUTRE delle RISORSE di ciascuno senza una RAGIONE PRECISA. E NON SI SA CHI VERAMENTE LO GOVERNI.
Lo STATO ITALIANO MODERNO fonda le sue radici nel 1946 e le consolida nel gennaio del 1948 con la Costituzione. Una Costituzione che parla di uno STATO Passato, che non è quello di ciascuno nel PRESENTE.
In particolare nella Costituzione (la Legge più IMPORTANTE, sopra tutte le LEGGI) sono scritti principi che non ESISTONO nella REALTA’. Erano principi che avevano il compito di far sognare una generazione drammaticamente segnata dalla Guerra, che aveva bisogno di speranze per tirarsi sU, per guardare oltre.
Quel tempo non c’è più. Non è questo tempo. Le esigenze non sono più quelle. Ogni cosa è ciclica, ogni cosa nella VITA CAMBIA.
Perché questo “Status quo” non si MODIFICA, non CAMBIA?
Perché nella REALTA’ ogni NOI VUOLE che SIA COME E’.
Potrà cambiare? Certo. Solo se lo si DESIDERA. Cambierà immediatamente appena ogni IO deciderà che ne preferisce un altro.
Fino ad allora sarà solo un’illusione. Un continuo gioco di prestigio e di specchi nel quale saremo sempre più confusi e senza energia. Quella Energia è tutta assorbita per fare in modo che QUESTO STATO delle cose possa esistere. LO STATO SI NUTRE attraverso ciascuno.
Come cambia? Un modo autentico di cambiare è pensare ad un Nuovo Concetto di organizzazione sociale. Una Nuova Costituzione, un nuovo modello istituzionale e fiscale che sia condiviso solo perché ciascuno SENTE che potrebbe in quel modo stare MEGLIO.
Un modo per NUTRIRE lo STATO e farlo esistere per come è adesso sono le ELEZIONI e il PRELIEVO FISCALE diretto (dipendenti) o volontario (aziende ed autonomi).
Le Elezioni sono il momento di MASSIMA conferma che lo STATO così COME E’ ADESSO CI PIACE. Infatti nessun partito che si presenti alle Elezioni propone uno STATO NUOVO, tutti propongono il MANTENIMENTO DELLO STATUS QUO, salvo parlare di “RIFORMARE” ciò che DEVE PER FORZA ESISTERE .
Ma se io vivo in un appartamento al settimo piano di un palazzo e DESIDERO UN GIARDINO, posso cambiare il colore alle pareti, posso buttare giù i muri, posso cambiare i mobili, ma non avrò MAI UN GIARDINO. Continuerò solo ad ingannare me stesso. Non sarò mai contento fino a quando non deciderò che in quella casa non sono più felice e ne voglio un’altra.
Lo STATO si NUTRE e si ALIMENTA per ESISTERE delle energie di CIASCUNO sotto forma di TASSE, che PRETENDE con LA DICHIARAZIONE (per il dipendente la fa l’azienda ma lui dichiara comunque). Una DICHIARAZIONE DI QUANTO VALI! In CAMBIO LO STATO non DICHIARA NULLA. Non prende nessun impegno PRECISO E REALE.
Lo Stato scrive delle Leggi che sono solo enunciati: vado in OSPEDALE e metto già in conto che il servizio è scadente, voglio GIUSTIZIA per me, la mia famiglia, i miei figli, la mia azienda e so già in partenza che NON LA OTTERRO’ se non tra 10 anni dovendo sostenere MIGLIAIA DI EURO DI SPESE che magari in quel momento non ho. Ho la speranza (non più la certezza) di andare in PENSIONE e non so se potrò sopravvivere con quello che avrò. Prendo il TRENO tutti i giorni per andare al lavoro e metto già in conto e mi rassegno che sarà affollato, sporco e in ritardo. Mando i miei figli all’Università consapevole che il LAVORO per come è il mercato in Italia, sarà difficile ottenerlo. Sono un’Azienda che aspetta il pagamento di una fattura di un cliente compresi gli Enti Pubblici che se non mi pagheranno, nonostante sia scaduta da oltre 6 mesi rischio il fallimento e mando all’aria il lavoro e i sacrifici di una vita. Dunque dov’è lo STATO in tutti questi casi e in molti altri della mia vita quotidiana?
SO GIA’ TUTTE QUESTE COSE, ma mi VA BENE lo STATO così come è sempre STATO. E non faccio davvero nulla per VIVERE in uno STATO NUOVO. MIGLIORE. Dove MIGLIORE significa: QUIMI SENTO BENE.
COME SI VIVE IN QUESTO NUOVO STATO?
QUI non ho BISOGNO DI PRETENDERE dall’organizzazione sociale qualcosa in cambio se non CIO’ CHE E’ STATO PATTUITO in modo CHIARO. Il resto me lo faccio da me e in collaborazione con chi VOGLIO IO. Chi si assume il POTERE decide per il BENE COMUNE, e in qualunque momento, se non mi va bene, attraverso la Carta di Identità elettronica vado al Bancomat, digito un codice e chiedo Nuove Elezioni. Ma chi COMANDA, sia autenticamente al servizio del CITTADINO E SI ASSUMA LE SUE RESPONSABILITA’ SENZA COMPROMESSI.
QUI lo “Stato” fa solo alcune cose essenziali, le fa bene e in cambio riceve in modo chiaro il contributo di ciascuno il quale riceve in cambio un uguale servizio.
QUI LO STATO E’ UGUALE PER TUTTI, ma CIASCUNO è DIVERSO DA UN ALTRO. QUI NON SIAMO “TUTTI UGUALI” perché non E’ VERO
QUI si pagano 3000 euro all’ANNO in cambio di alcuni servizi precisi:
Giustizia: QUI un processo dura massimo 1 mese al più tardi 3 mesi lo STATO è lì pronto in ogni momento a tutelarmi. In ogni momento e velocemente. E’ un suo preciso OBBLIGO.
Sanità: QUI l’assistenza sanitaria è gratuita per tutti efficiente e ben organizzata sul modello degli standard privati che hanno dimostrato che E’ POSSIBILE e REALIZZABILE. Basta avere le idee chiare su CHE COSA si VUOLE.
Scuola e Università: QUI a scuola non si va “tanto per…..” si va per imparare, ma se qualcuno preferisce lavorare anche se è giovane lo potrà fare. Imparare l’arte e i mestieri in un Paese come il nostro fa la “differenza” per il futuro. A Scuola gli insegnanti incoraggiano e promuovono il talento degli alunni, cercano in ciascuno di individuare i punti di forza e indirizzandoli al meglio verso il loro futuro non solo riempiendoli di concetti astratti magari senza una vera motivazione. L’Università è un vero punto di arrivo e un vero punto di partenza per il futuro. Qui si fa ricerca, si approfondiscono gli studi e si fa molta pratica nella vita vera. E’ il tramite VERO tra la teoria e la REALTA’. Qui lo Stato è promotore efficace e reale del rapporto con il mondo produttivo.
Lavoro: QUI le Aziende pagano il 15% di imposte sui redditi, con un minimo di 15 mila euro. Per chi evade nessuno sconto, nessun condono, nessuna via d’uscita.La diminuzione del 35% degli oneri fiscali e previdenziali per le aziende garantisce un tasso di disoccupazione pressoché all’1%
Sicurezza e Difesa: QUI ho personale al mio servizio, efficiente preparato e ben equipaggiato pronto non solo a reprimere la violenza, ma soprattutto ad aiutare il cittadino nei momenti di difficoltà. QUI i soldati sono al Servizio della collettività nazionale e internazionale per difenderla dai soprusi, dalla violenza dell’uomo e della natura portando aiuto e sostegno e impiegando le armi solo in casi estremi e quando strettamente necessario per difendere la dignità umana.
Cultura e Turismo: Qui le persone non DICONO e PARLANO di Cultura, QUI le persone sanno che la CULTURA VIVE SOLO ATTRAVERSO DI LORO. Ecco perché vanno a Teatro, al Cinema, all’Opera, ai Musei, alle Mostre. Qui non è una cosa solo per pochi altrimenti TUTTI SANNO CHE LA CULTURA SPARISCE. Non è lo STATO che DEVE mantenere la CULTURA ma sono i CITTADINI stessi che la alimentano e la fanno crescere e prosperare nel tempo.
Infrastrutture: QUI ci sono strade, autostrade, collegamenti ferroviari, aerei e marittimi efficienti, all’avanguardia ed eccellenti sotto il profilo della tecnologia e del servizio offerto agli utenti. Ospedali, scuole, università, e luoghi di interesse pubblico puliti, accoglienti, disponibili alle esigenze di ciascun cittadino che ha contribuito alla loro realizzazione.
UTOPIA?
Cosa vuol dire UTOPIA? Vuol dire “…l’aver deciso per salvarsi dal RE che tutto quello che mi piace, che desidero e che mi fa stare bene, lo dico solo in TEORIA. Solo se penso che non esista nessun RE dal quale mi debbo salvare, ma solo IO sono RE di ME STESSO, posso realizzare tutto quel che autenticamente DESIDERO”.
UNA NUOVA COSTITUZIONE, REALE, che parli al PRESENTE, e di cui essere FIERI, nella VITA VERA.
SE NON SAREMO PIU’ DISPOSTI NELLA REALTA’ AD ALIMENTARE E NUTRIRE QUESTO STATO DI COSE, attraverso il SOLITO VOTO, attraverso le solite identiche dichiarazioni politiche, le solite identiche dichiarazioni pubbliche, i soliti identici propositi, e illusioni, tutto questo non potrà più ESISTERE e aprirà lo spazio ad un’Italia Nuova.
PREFERISCO continuare ad ILLUDERMI su quanto mi ha già DELUSO nel PASSATO oppure PENSARE di IMMAGINARE UN PRESENTE CHE MI FACCIA STARE MEGLIO, NELLA REALTA’, NELLA VITA VERA?
A MILANO E’ NATA L’ALTERNATIVA, DA MILANO PARTE LA RIVOLUZIONE ED E’ NATO UN NUOVO PUNTO DI VISTA. SE E’ ANCHE IL TUO. ADESSO PUOI FARLO ESISTERE NELLA REALTA’.
Di Armando Siri
giovedì 10 febbraio 2011
LA VIA DEL SERVIZIO
di Salvatore Brizzi
http://officinaalkemica.altervista.org
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
Mt 5,14–16
È innanzitutto indispensabile comprendere che noi esseri umani, al pari di ogni altra creatura, non esistiamo “a caso” e non siamo liberi di fare ciò che vogliamo. L’orgoglio illuminista – che è servito a forgiare il nostro ego – ci ha portato a credere di poter dominare la nostra vita senza dover rendere conto di nulla a nessuno. Spazzando via la vecchia credenza nel Dio delle religioni abbiamo però anche abbandonato l’idea che l’Esistenza stessa possa essere pervasa di Intelligenza e stia seguendo un ben determinato Piano. In questa prospettiva l’intera vita di ognuno di noi rappresenterebbe solo una delle innumerevoli tessere dell’inconcepibile mosaico che è il Piano Divino.
Il Piano non può che riguardare il ritorno di ogni essere umano all’Uno. Il nostro allontanamento dalla Fonte è sempre stato illusorio, quindi ciò che il Piano prevede è semplicemente la cessazione dell’illusione della separazione in ognuno di noi. Allora capiremo di essere sempre stati l’Uno e che solo l’Uno esiste. Il nostro beneamato ego è in realtà solo un’appendice, un’escrescenza dell’Uno, destinata a soffrire nel momento in cui perde i contatti con quella Fonte.
La nostra completa realizzazione interiore coincide unicamente con la capacità di comprendere e di adeguarci a tale Piano. Possiamo anche esprimere il nostro libero arbitrio disinteressandoci alla missione che ci è propria, ma, al di fuori del Progetto del Grande Architetto, diventiamo schegge impazzite destinate a vivere soffrendo... e condannate a morire. L’essere umano vive nel patimento fino a quando non scopre cosa è venuto a fare su questo pianeta!
Ognuno di noi ha una sua «croce» da portare. Attraversando le sofferenze insite nella materia, strutturiamo la nostra anima, la tempriamo, la scolpiamo facendone scaturire delle qualità... e in tal modo evolviamo. Questa è la «croce». Al contempo, ci è data la possibilità di identificarci sempre di più con l’anima, assaporare la gioia del Regno dei Cieli e divenire autenticamente immortali.
Oltre a occuparci della nostra personale «croce», dovremmo assumerci la responsabilità di prendere su noi stessi parte del carico del mondo, contribuendo coscientemente, insieme ai nostri simili, alla realizzazione del Piano Divino. Questo si chiama Servizio. Nel Vangelo è scritto: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.” (Lc 9,23)
Rinnegare se stessi significa smettere di pensare ai mille problemi legati alla propria personalità egoica. Prendere la propria «croce» significa cessare di lamentarsi e di chiedere aiuto per la soluzione di questi problemi. Quando preghiamo Dio affinché ci aiuti a risolvere le nostre difficoltà con il partner, i soldi, il lavoro... ci stiamo rifiutando di prendere la nostra «croce». La vogliamo mettere sulle spalle di qualcun altro. Sulle Sue spalle.
Sempre nel Vangelo è scritto: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero.” (Mt 11,28–30)
Questo è un invito a partecipare al Piano Divino. Chi è affaticato e oppresso dai suoi crucci personali sarà ristorato in seguito alla decisione di dedicarsi interamente – di «sacrificarsi» (=farsi sacro) – a uno scopo superiore, quale può essere il portare aiuto all’umanità prigioniera dell’illusione. L’«eroe» è colui che non concentra più l’attenzione sulla soluzione dei suoi problemi quotidiani. Le difficoltà concernenti il denaro, il lavoro, la famiglia, i desideri personali... passano in secondo piano. Egli si dedica a un obbiettivo più elevato, uno scopo in grado di rapire la sua coscienza in Cielo ed evitare che resti abbagliato – e frenato – dagli affanni materiali. Il messaggio è: non lamentiamoci per i problemi relativi alla personalità, non mettiamoli al centro della nostra vita, non sprechiamo energie nel pensare ad essi. Dedichiamoci invece con tutta l’anima a servire il Piano Divino, cioè, in altre parole, troviamoci un obbiettivo conforme al risveglio planetario e seguiamolo. Non dobbiamo scoprire già oggi che cosa siamo venuti a fare, perché per alcuni di noi è ancora troppo difficile trovare la propria strada nel caos quotidiano; ciò che invece è indispensabile facciamo, se vogliamo metterci al Servizio, è entrare in uno stato d’animo di dedizione verso l’umanità, mettendo in secondo piano le nostre paure legate alla sopravvivenza del corpo. E questo, sì, possiamo farlo già a partire da oggi.
È sufficiente che prendiamo la ferma decisione di consacrarci al benessere degli altri perché il Fuoco inizi a discendere su di noi e a trasformarci. Grazie al Servizio si vive nella gioia, perché se il sacrificio è fatto con il Cuore non produce pesantezza, ma beatitudine.
La consacrazione al Servizio permette a tutte le nostre potenzialità di emergere. Quando i nostri talenti vengono “offerti”, o «sacrificati» (=fatti sacri), essi subiscono una clamorosa fioritura. Uno scrittore che scrive per il bene dell’umanità, anziché per il suo, diventa uno scrittore sempre più raffinato. Un cantante che canta per il bene del pubblico, anziché per il suo, diventa un cantante sempre più armonioso. Quando viviamo per il Servizio ogni giorno possono giungerci intuizioni nuove.
Se prendiamo oggi la risoluta decisione di dedicarci agli altri – perché sentiamo che fra noi e loro non c’è più distanza – con il tempo possiamo comprendere il reale motivo per cui siamo venuti sulla Terra, quale parte del Piano ci spetta... e allora diveniamo INARRESTABILI.
Siamo le spade nella roccia che aspettano di venir estratte da Dio.
Ma esiste un significato ancora più elevato e profondo per il termine Servizio.
Il sacrificio supremo è il sacrificio dell’ego, cioè il sacrificio di tutto ciò che crediamo di essere. Sto parlando del crollo dell’illusione di essere “qualcuno” di separato dall’Esistenza. Questo arrendersi completo della personalità fa sì che noi diveniamo canali perfetti dell’Uno. A quel punto non c’è più una mente che decide, spera, progetta, soffre... ma solo l’Uno che usa una mente per i suoi scopi. Questo è il Servizio più sublime, il Servizio dove il servitore è morto. Dobbiamo morire anche al desiderio di servire. Allora ogni nostra parola, ogni nostro respiro, sarà Servizio, perché sarà l’Uno stesso a compiere ogni azione attraverso un corpo di carne, non esistendo più un ego che insiste nel prendersi la paternità di tutte le azioni.
Per concludere, non posso evitare di ricordare che già adesso, in questo preciso istante, per quanto ciò possa apparire piuttosto strano, è sempre solo l’Uno che agisce attraverso di noi, poiché l’ego non è qualcosa che prima esiste e poi viene distrutto dai praticanti spirituali... l’ego non c’è mai stato, e non c’è nemmeno in questo momento. Pertanto già adesso, pur senza saperlo, noi siamo a pieno titolo nel Servizio... è solo che non ne abbiamo ancora assunto consapevolezza nella quotidianità.
sabato 29 gennaio 2011
ALCHIMIA TRASFORMATIVA PARTE SECONDA
Perchè soffriamo?
E cosa possiamo fare per smettere di soffrire?
Perchè la nostra vita è piatta e insoddisfacente oppure piena di problemi, ansie, fastidi, delusioni rabbie e paure?
Perchè non viviamo quotidianamente immersi nell'appagamento, nell'amore e nella gioia?
Gli antichi insegnamenti dell'Alchimia forniscono una risposta chiara: soffriamo perche' non vediamo la realtà
La realtà che si trova oltre l'illusione nella tradizione cristiana viene chiamata”il Regno dei Cieli”
E' un mondo di felicità, soddisfazione, serenità e... immortalità.
Quando entriamo nel regno squarciamo il velo dell'inganno e viviamo immersi nell'amore 24 ore su 24.
Tuttavia pare che un vero e proprio muro ci separi da quella realtà, impedendoci così di godere dei tesori che vi si trovano .
Nel corso della trattazione chiameremo “emozioni negative” tutte quelle manifestazioni del carattere umano che ci causano sofferenza: rabbia, fastidio, gelosia, depressione, senso del possesso, senso di inadeguatezza senso di impotenza...
Queste sono le figlie dell'illusione, le teste dell'Idra.
Il vangelo dice che non abbiamo occhi per vedere, né orecchie per sentire
Nelle scritture indù si parla del velo di maya che nasconde la realtà agli uomini
Tutti i santi, i profeti e i guru del passato e del presente dopo aver avuto accesso a un nuovo stato di coscienza (il regno) descrivono il nostro mondo come un luogo perfetto e colmo dell'amore di Dio.
Il regno dei cieli non è un posto fisico ma uno stato di coscienza a partire dal quale è possibile cogliere la realtà in tutto il suo autentico splendore.
Stando a quanto ci dicono coloro che hanno aperto gli occhi viviamo tutti su un pianeta meraviglioso.
Perchè allora noi vediamo un mondo pieno di difficoltà e di ingiustizie?
Possiamo cominciare a ipotizzare che la causa del nostro disagio risieda in un difetto di percezione: guardiamo la realtà attraverso occhiali con lenti deformate e ciò che osserviamo ci fa spesso soffrire.
Fino a quando il nostro equilibrio interiore resta vincolato alla speranza che il partner non ci abbandoni o non ci tradisca allora non possiamo conquistare una felicità incondizionata, per il semplice motivo che il partner può andarsene o tradirci.
Se la nostra serenità è vincolata al fatto che possiamo contare su un posto di lavoro sicuro allora non è pensabile che conquistiamo una serenità incondizionata per il semplice motivo che un giorno possiamo essere licenziati.
Se continuiamo a delegare agli eventi esterni il nostro benessere resteremo per sempre schiavi delle circostanze.
Possiamo continuare a vivere sperando che il partner non ci abbandoni, che nessuno ci rapini per strada, che non accada niente di brutto ai nostri parenti e che l'azienda per cui lavoriamo abbia sempre bisogno di noi. Oppure possiamo fare qualcosa per prendere in mano la nostra felicità e renderla inamovibile.
E' indispensabile che le persone sappiano che ogni essere umano può restare in uno stato di innamoramento verso la vita anche dopo un abbandono o una disgrazia.
L'alchimia ha sempre posseduto la chiavi per operare questa trasmutazione interiore e fare si che acquisiamo la capacità di vivere costantemente nella magnifica realtà del regno, pur senza ignorare o rifiutare i problemi della materialità, bensì affrontandoli e convertendoli. Qui è la soluzione di ogni problema esistenziale.
Il Regno è intorno a noi, proprio in questo momento, in questo posto, ma un velo ci impedisce di coglierlo.
NOTE
In questo corso viene ribaltata per intero la normale concezione della realtà che di norma noi percepiamo come un mondo pieno di brutture. Questa limitante visione ci è stata inculcata nel corso del processo di edu-castrazione a cui siamo stati sottoposti sin da piccoli.
(Ogni essere umano durante la fase dell'infanzia e dell'adolescenza viene edu castrato all'interno di apposite aule scolastiche affinche possa scivolare docilmente nell'ingranaggio del produci-consuma-crepa dimenticando la sua natura di invincibile guerriero dello spirito)
Il presente corso spiega cosa fare per andare oltre il velo, smettere di provare sofferenza e divenire uomini realizzati utili all'evoluzione dell'umanità.
Questo è il compimento dell' OPUS MAGNUM : La Grande Opera
COSA CERCAVANO GLI ALCHIMISTI?
“Vinca dunque la perseveranza, perchè se la fatica è tanta il premio non sarà mediocre. Tutte le cose preziose sono poste nel difficile.
Stretta è spinosa è la via della beatitudine; gran cosa forse ne promette il cielo”
Giordano Bruno, La cena de le ceneri
L'alchimia percorre trasversalmente l'esoterismo cristiano, i rosa+croce, la massoneria, l'esoterismo ebraico, la kabbalah e quello islamico – il sufismo- tutti strettamente legati fra loro quanto a scopi e metodi per ottenerli.
Tommaso d'Aquino, Pico della Mirandola, Paracelso, Giordano Bruno, Francis Bacon, Jacob Bohme, Isaac Newton, Conte di Saint Germain, Alessandro Conte di Cagliostro, Douglas Baker, Georges Gurdjeff.... sono solo alcuni fra i nomi più noti dell'Alchimia
Cosa cercavano gli alchimisti che nel corso dei secoli hanno dedicato la loro vita all'Opera?
Perchè studiosi e scienziato di tale intelligenza si sarebbero applicati tenacemente in un lavoro così lungo e meticoloso che richiede costante impegno quotidiano se non fossero stati guidati dalla ferma convinzione di ottenere qualcosa di indicibilmente prezioso?
Non inseguivano certo una ricchezza materiale – che tutti sappiamo quanto sia soggetta alle circostanze esterne- ma un genere di appagamento eterno e incondizionato, uno stato di felicità non più legato alla situazione materiale: la liberazione finale.
L'oro ci può essere rubato
la casa ci può andare distrutta
La ragazza ci può lasciare
Lo stesso corpo può morire
ma c'è uno stato di coscienza colmo di beatitudine che una volta raggiunto non ci può essere tolto, nemmeno con l'estinzione del corpo.
Gli alchimisti chiamarono questo stato interiore:
il Lapis Philosophrum, la pietra dei filosofi.
Guardiamoci dentro: Cosa cerchiamo in realtà tutti noi?
Un numero con tante cifre sul conto in banca o la tranquillità e la sicurezza che derivano dal possederlo?
Noi cerchiamo la felicità, il benessere incondizionato e questa ricerca muove tutte le nostre azioni.
Il problema è che fino a quando penseremo che tale benessere può essere raggiunto cambiando le condizioni esterne... esso ci sfuggirà all'infinito, camminerà sempre di un passo davanti a noi.
E' indispensabile capire che un abbondante conto in banca e la tranquillità che origina in noi dal sapere di averlo, sono due elementi separati: possiamo avere la seconda pur in assenza del primo !
Nel momento in cui riusciamo a riprodurre in noi quella stessa tranquillità interiore - la certezza incrollabile che avremo sempre il denaro che ci serve- non è più necessario che ci affanniamo ad accumulare soldi sul conto in banca.
Con questo non intendo dire che non saremo più interessati al denaro o che troveremo inutile continuare a lavorare, ma solo che la nostra attenzione sarà rivolta a modificare uno stato di coscienza anziché concentrarci nel tentativo di cambiare l'aspetto materiale.
Il risultato sarà che le condizioni esterne si adegueranno a questo nuovo stato di serenità interiore
(consiglio lettura de “I segreti della Mente Milionaria di T. Harv Eker: pensare da ricchi per diventare ricchi)
Quando entriamo nel regno ci accorgiamo che la gioia dell'innamoramento è slegata dalla presenza di un particolare partner o dal verificarsi di una certa situazione esterna. Tuttavia questo amore viene glorificato ed esaltato attraverso mille sfumature, proprio grazie ai diversi rapporti che stabiliamo con l'amato, i figli, i colleghi di lavoro....
Vi sto dicendo che è possibile muoversi nel mondo con la tranquillità interiore di un ricco petroliere, pur non possedendo il suo denaro.
Vi sto dicendo che è possibile agire quotidianamente nella serenità e nella gioia anche dopo aver saputo che il nostro partner si è innamorato di un'altra persona.
Vi sto dicendo che è possibile sentirsi potenti e invincibili pur non possedendo armi e non avendo studiato arti marziali.
Questo è rivoluzionario!
E' un ribaltamento del comune modo di considerare la realtà!
Questo è ciò che gli alchimisti cercavano!
Per giungere a tale traguardo non è necessario sottoporsi a un lavaggio del cervello né partecipare a corsi incentrati sul pensiero positivo o sul rafforzamento dell'autostima. Questi sono metodi che mirano a farci accettare come bello ciò che in verità nel profondo continuiamo a ritenere brutto.
PRIMO INSEGNAMENTO ALCHEMICO - CAUSA ED EFFETTO-
Guardiamoci dentro: Cosa cerchiamo in realtà tutti noi?
Un numero con tante cifre sul conto in banca o la tranquillità e la sicurezza che derivano dal possederlo?
Noi cerchiamo la felicità, il benessere incondizionato e questa ricerca muove tutte le nostre azioni.
Il problema è che fino a quando penseremo che tale benessere può essere raggiunto cambiando le condizioni esterne... esso ci sfuggirà all'infinito, camminerà sempre di un passo davanti a noi.
E' indispensabile capire che un abbondante conto in banca e la tranquillità che origina in noi dal sapere di averlo, sono due elementi separati: possiamo avere la seconda pur in assenza del primo !
Nel momento in cui riusciamo a riprodurre in noi quella stessa tranquillità interiore - la certezza incrollabile che avremo sempre il denaro che ci serve- non è più necessario che ci affanniamo ad accumulare soldi sul conto in banca.
Con questo non intendo dire che non saremo più interessati al denaro o che troveremo inutile continuare a lavorare, ma solo che la nostra attenzione sarà rivolta a modificare uno stato di coscienza anziché concentrarci nel tentativo di cambiare l'aspetto materiale.
Il risultato sarà che le condizioni esterne si adegueranno a questo nuovo stato di serenità interiore
(consiglio lettura de “I segreti della Mente Milionaria di T. Harv Eker: pensare da ricchi per diventare ricchi)
Quando entriamo nel regno ci accorgiamo che la gioia dell'innamoramento è slegata dalla presenza di un particolare partner o dal verificarsi di una certa situazione esterna. Tuttavia questo amore viene glorificato ed esaltato attraverso mille sfumature, proprio grazie ai diversi rapporti che stabiliamo con l'amato, i figli, i colleghi di lavoro....
Vi sto dicendo che è possibile muoversi nel mondo con la tranquillità interiore di un ricco petroliere, pur non possedendo il suo denaro.
Vi sto dicendo che è possibile agire quotidianamente nella serenità e nella gioia anche dopo aver saputo che il nostro partner si è innamorato di un'altra persona.
Vi sto dicendo che è possibile sentirsi potenti e invincibili pur non possedendo armi e non avendo studiato arti marziali.
Questo è rivoluzionario!
E' un ribaltamento del comune modo di considerare la realtà!
Questo è ciò che gli alchimisti cercavano!
Per giungere a tale traguardo non è necessario sottoporsi a un lavaggio del cervello né partecipare a corsi incentrati sul pensiero positivo o sul rafforzamento dell'autostima. Questi sono metodi che mirano a farci accettare come bello ciò che in verità nel profondo continuiamo a ritenere brutto.
CAUSA ED EFFETTO
Il problema nella mente comune è nell'aver confuso la causa con l'effetto.
Noi non siamo ricchi perchè abbiamo tanti soldi, ma abbiamo tanti soldi perchè siamo ricchi.
Dobbiamo arrivare a produrre in noi il Lapis Philosophorum, cioè uno stato di gioia incondizionato , un tesoro interno. Questo ci farà essere come re Mida: tutto ciò con cui la nostra coscienza entrerà in contatto si trasformerà in Oro/gioia.
Di norma pensiamo che ci sentiremo ricchi quando avremo vinto alla lotteria, vivremo felici quando incontreremo la persona giusta per noi, ci rilasseremo quando finalmente saremo riusciti a cambiare lavoro, ci sentiremo appagati quando avremo ottenuto una certa fama; saremo più sereni quando quel parente o quell'amico prenderà la decisione di fare quella cosa a cui tanto teniamo.
Niente di più sbagliato!
Quando avremo raggiunto un determinato traguardo ci renderemo conto che la vera felicità non è ancora venuta a trovarci.
Ma a quel punto invece di iniziare a cambiare qualcosa dentro noi stessi, ci porremo l'ennesimo traguardo pensando che quando approderemo a quello... allora si che finalmente avremo ottenuto la felicità.
Spesso diciamo:
“Se i fatti non si fossero svolti in quel modo adesso non soffrirei così”
“Se non avessi vissuto una infanzia disagiata adesso non avrei questi problemi”
Queste frasi firmano la nostra condanna all'infelicità per il semplice motivo che i fatti ormai si sono svolti in quel modo e la nostra infanzia è stata quella che è stata.
L'unica speranza che ci rimane è di trovare una gioia indipendentemente dagli eventi esterni, siano essi passati presenti o futuri.
“Se avessi più soldi sarei felice”
“se trovassi un compagno sarei felice”
“Se non fossi così timido sarei felice”
C'è sempre qualcosa che non va nella nostra vita.
Un diffuso senso di insoddisfazione che ci segue come un'ombra.
C'è sempre un elemento che ci separa dalla perfezione... e quindi dalla gioia di vivere.
Deleghiamo la nostra felicità al verificarsi di eventi esterni.
Fortunatamente la causa della nostra felicità non deriva dall'esterno.
Noi possiamo essere felici qui e ora senza alcuna motivazione esteriore.
Questo non può essere il risultato di un'imposizione mentale bensì solo la conseguenza della naturale percezione della realtà.
In conclusione
Pensiamo che proveremo amore solamente quando incontreremo una certa persona: la persona giusta per noi. Ebbene stiamo di nuovo confondendo la causa con l'effetto. E' solo quando saremo pieni d'amore interiormente che l'amore degli altri pioverà su di noi.
Crediamo che ci sentiremo potenti quando avremo raggiunto una certa posizione nella società. Invece è proprio quando avremo sviluppato la potenza interiore conseguenza del riuscire a percepire la nostra immortalità che potremo svolgere un ruolo di una certa rilevanza per la nazione o per il pianeta.
Se ci sentiamo ricchi interiormente questa nostra ricchezza si rifletterà nella situazione esterna ( Chi si sente ricco assume un atteggiamento di ricchezza, tale ricchezza è indipendentemente dalla quantità di denaro posseduta poiché anche chi ha tanti soldi può sentirsi povero)
La ricchezza interiore è la soluzione a ogni problema legato ai soldi.
Gli alchimisti miravano a trasmutare il piombo in oro cioè a trasformare se stessi proprio per ottenere questo genere di ricchezza inesauribile.
L'innamoramento, la ricchezza, la potenza, la sicurezza sono qualità che possono essere sviluppate attraverso un percorso alchemico evitando così di continuare a elemosinarle da persone e circostanze esterne a noi
Come conseguenza la realtà che ci circonda non potrà che riflettere i nostri mutamenti interiori.
Qui sta la chiave per il cambiamento del mondo.
“Cambia il mondo cambiando te stesso”
Da "Officina Alkemica" di Salvatore Brizzi
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